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Research Article

Una dissociazione atmosferica: Amelia Rosselli nell’era nucleare

Published online: 15 May 2024
 

ABSTRACT

Nel 1953 Amelia Rosselli iniziò a dedicarsi con determinazione alla poesia e a scrivere quei componimenti che più tardi sarebbero confluiti in Variazioni belliche (1964). Il 1953 fu l’anno in cui morì Rocco Scotellaro – caro amico di Rosselli – e la guerra fredda cominciò a influenzare l’‘atmosfera’ che caratterizzò l’esordio della ‘letteratura dell’era nucleare’. Il personale e il politico si sono sempre intrecciati nella poesia di Rosselli, e questo contributo sostiene che l’ansia nucleare, in aggiunta all’uccisione nel 1937 da parte dei nazifascisti del padre e dello zio di Rosselli, diede una fondamentale impronta al contenuto, allo stile, e alle soluzioni retoriche delle Variazioni belliche. L’articolo, inoltre, argomenta che la malattia mentale di cui la poetessa soffrì negli anni ’70 sia da mettere in relazione con il clima di paranoia dell’era nucleare. Questa circostanza è attestata dalla ‘prosa poetica’ di Storia di una malattia (pubblicata in Nuovi Argomenti nel 1977), la quale pertanto è qualche cosa di più interessante della mera testimonianza d’una ‘insolita’, e individuale, ‘esperienza esistenziale’.

Disclosure Statement

No potential conflict of interest was reported by the author(s).

Notes

1 Maria Anna Mariani, Italian Literature in the Nuclear Age: A Poetics of the Bystander (Oxford: Oxford University Press, 2022), pp. 9, 64, 82, ad esempio. La nonna paterna di Amelia Rosselli, Amelia Pincherle Moravia (1870–1954), era originaria di Venezia, scrittrice per il teatro ed ebrea (oltre che antifascista), il che rendeva perseguitata anche l’omonima nipote, secondo quanto stabilito dalle leggi razziste promulgate dal regime mussoliniano nel 1938.

2 Nella rivista Nuovi Argomenti, in cui è stato pubblicato nel 1977, il breve scritto di Rosselli riporta in conclusione la data ‘16 settembre 1977’, mentre un asterisco accanto al titolo rinvia a una nota non firmata a piè di pagina, nella quale lo scritto stesso è derubricato a ‘insolita esperienza esistenziale’. Da qui la sostanziale indifferenza della critica rispetto a Storia di una malattia, perlomeno fino ai recenti lavori di Sebastiano Triulzi e Giuseppe Garrera, citati nel seguito di questo articolo (nella sezione 4).

3 Mariani, p. 2.

4 Primo Levi, ‘Il sinistro potere della scienza’, in Conversazioni e interviste, a cura di Marco Belpoliti (Torino: Einaudi, 2018), pp. 663–64; traduzione inglese: ‘The Sinister Power of Science’, in The Voice of Memory: Interviews 1961–1987, ed. by Marco Belpoliti and Robert Gordon (Cambridge: Polity, 2001), pp. 70–72.

5 Mariani, p. 5.

6 Ibid., p. 5.

7 Ibid., p. 8.

8 Lia Levi, Una bambina e basta (Roma: Edizioni e/o, 1994); Rosetta Loy, La parola ebreo (Torino: Einaudi, 1997). Per un’analisi del testo in parte autobiografico di Lia Levi, un’analisi incentrata sul carattere ‘persecutorio’ dello ‘sguardo’, non solo o non tanto delle leggi e del comportamento violento, mi permetto di rinviare ad Andrea Sartori, ‘Sguardo di madre: ordine simbolico, colpa e liberazione in Una bambina e basta di Lia Levi’, Altrelettere (2014), 152–71 <https://www.altrelettere.uzh.ch/article/view/al_uzh-24/317> [consultato il 23 novembre 2023].

9 Elsa Morante, ‘Pro o contro la bomba atomica’ [1965], in Opere, a cura di Carlo Cecchi e Cesare Garboli, 2 voll. (Milano: Mondadori, 1988–1990), II, pp. 1539–54; pubblicato anche in ‘Pro o contro la bomba atomica’, Linea d’ombra, 14.115 (1996) <https://bonste.typepad.com/files/elsa-morante_pro-o-contro-la-bomba-atomica.pdf> [consultato il 23 novembre 2023], da cui si citerà.

10 Morante, ‘Pro o contro la bomba atomica’, p. 1. L’identificazione della ratio – della ragione tout court – con la strumentalità del dominio era stata argomentata da Theodor W. Adorno e Max Horkheimer, Dialettica dell’illuminismo [1947] (Torino: Einaudi, 2010).

11 Morante, p. 7.

12 Ibid., pp. 3–6.

13 Alberto Moravia, ‘C’è una bomba N anche per le formiche’, in La cosa e altri racconti (Milano: Bompiani, 1983), pp. 246 – 252; traduzione inglese: ‘There’s a Neutron Bomb for Ants too’, in Erotic Tales (New York: Farrar, Straus, and Giroux, 1986), pp. 165–69. La citazione a testo proviene da Mariani, p. 46.

14 Moravia, p. 238.

15 La citazione a testo proviene da Mariani, p. 82.

16 Italo Calvino, ‘Prefazione’, Le cosmicomiche [1965] (Milano: Mondadori, 2022).

17 Lucia Re, ‘Amelia Rosselli: poesia e guerra’, Carte italiane, 3 (2007), pp. 71–104 (p. 84).

18 Marco Gatto, Rocco Scotellaro e la questione meridionale: letteratura, politica, inchiesta (Roma: Carocci, 2023), pp. 15–16.

19 Re, ‘Amelia Rosselli: poesia e guerra’, p. 85.

20 Sul rapporto tra filosofia e musicologia e la produzione poetica di Rosselli, si vedano Laura Barile, ‘Trasposizioni: i due mestieri di Amelia Rosselli’, California Italian Studies, 8.1 (2018), pp. 1–23; e Lucia Re, ‘Amelia Rosselli and the Aesthetics of Experimental Music’, Galleria, 48.1–2 (1997), pp. 35–46.

21 Amelia Rosselli, Le poesie [1997], a cura di Emanuela Tandello (Milano: Garzanti, 2022), p. 224.

22 Rosselli, Le Poesie, p. 279.

23 Chiara Carpita, ‘Amelia Rosselli e il processo di individuazione: alcuni inediti’, Allegoria, 19.55 (2007), pp. 135–45 (pp. 136, 139–40).

24 Morante, pp. 3–6 (p. 5).

25 Amelia Rosselli, Diario ottuso (Roma: Empiria, 1996), p. 41; traduzione inglese: Diario ottuso. Obtuse Diary: A Bilingual Edition, ed. by Deborah Woodard, Roberta Antognini, and Dario De Pasquale (Seattle: Entre Rios Books, 2018), p. 55.

26 Re, ‘Amelia Rosselli: poesia e guerra’, p. 86.

27 Rosselli, Le poesie, p. 174.

28 Ibid., p. 279.

29 Rosselli, Le poesie.

30 Anche il collocamento della poesia di Rosselli entro i confini della Neoavanguardia e del Gruppo ’63 è problematico. Rosselli non fa parte né di questi ultimi né, a maggior ragione, della tradizione monolinguistica italiana: la poetessa ‘constitutes and represents in fact, with her poetic corpus in three languages, a multiple borderline or frontier of sorts, a limit, neither inside nor outside, neither part of nor alien to the Italian poetic tradition and the Italian neo-avant-garde. This precarious position is, paradoxically, her very strength.’: Lucia Re, ‘The Wary Meaning of the World: Reading and Translating Amelia Rosselli’s Poetry’, in On the Fringe of the Neo-avant-garde. Ai confini della Neoavanguardia: Palermo 1963–Los Angeles 2013, ed. by Gianluca Rizzo (Chatham–New York: Agincourt Press, 2017), pp. 96–106 (p. 97).

31 Rosselli, Le poesie, p. 201.

32 Brian Massumi, ‘The Future Birth of the Affective Fact: The Political Ontology of Threat’, in The Affect Theory Reader, ed. by Melissa Gregg and Gregory J. Seigworth (Durham & London: Duke University Press, 2010), pp. 52–70.

33 Ann Snodgrass, Knowing Noise: The English Poems of Amelia Rosselli (New York: Peter Lang, 2001), p. 2.

34 Rosselli, Le poesie, p. 201.

35 Leonardo Sciascia, La scomparsa di Majorana [1975] (Milano: Adelphi, 1997). Mariani fornisce una lettura più sottile del testo di Sciascia, decostruendone la tesi apparente. Mariani sostiene che, una volta che l’opzione nucleare è diventata possibile, l’innocenza è perduta: il nucleare diviene pensabile e nulla può essere fatto per tornare indietro. Da questo punto di vista, pertanto, quella scritta da Sciascia è un’agiografia di Majorana obbediente a una strategia retorica volta a rassicurare lo spettatore occidentale circa le sue inconfessate cattive intenzioni (Mariani, Italian Literature in the Nuclear Age, pp. 136–60, in particolare p. 143).

36 Giacomo Leopardi, Canti, a cura di Franco Gavazzeni e Maria Maddalena Lombardi (Milano: Rizzoli, 1998).

37 Marzia D’Amico, ‘The Space of Mourning: Elettra’s mise en abyme’, in A Gaping Wound: Mourning in Italian Poetry, ed. by Adele Bardazzi, Francesco Giusti, and Emanuela Tandello (Oxford: Legenda, 2022), pp. 95–121 (p. 99).

38 Jean-Luc Nancy, Essere singolare plurale (Einaudi: Torino, 2001), p. 43.

39 Daniela La Penna, La promessa d’un semplice linguaggio: lingua e stile nella poesia di Amelia Rosselli (Roma: Carocci, 2013), p. 57.

40 Rosselli, Le poesie, p. 191.

41 Si veda Chiara Carpita, ‘Per una poetica dell’inclinazione: scrittura del trauma ed etica relazionale nella poesia di Amelia Rosselli’, Carte italiane, 11 (2017), pp. 21–42.

42 Carlo Rosselli, Socialismo liberale (Torino: Einaudi, 1997), p. 7.

43 Rosselli, Le poesie, p. 202.

44 Giovanni Pascoli, Myricae, a cura di Gianfranca Lavezzi (Milano: Rizzoli, 2015).

45 Teresa Brennan, The Transmission of Affect (Ithaca, NY: Cornell University Press, 2004); Sara Ahmed, ‘Happy Objects’, in The Affect Theory Reader, ed. by Gregg and Seigworth, pp. 29–51; Laura Berlant, ‘Cruel Optimism’, in The Affect Theory Reader, ed. by Gregg and Seigworth, pp. 93–117, da cui si cita.

46 Hermann Schmitz, Nuova Fenomenologia: un’introduzione (Milano: Christian Marinotti, 2011); Tonino Griffero, Atmospheres: Aesthetics of Emotional Spaces (London and New York: Routledge, 2010).

47 Rosselli, Le poesie, p. 333.

48 Griffero, p. 6.

49 Amelia Rosselli, ‘Storia di una malattia’, Una scrittura plurale: saggi e interventi critici, a cura di Francesca Caputo (Novara: Interlinea, 2004), pp. 317–26 (p. 317).

50 Ibid., p. 317.

51 Sebastiano Triulzi, ‘Storia di una malattia: per una ricerca futura su Amelia Rosselli’, Diacritica, 5.5.29 (2019), pp. 79–92 <https://diacritica.it/letture-critiche/storia-di-una-mia-malattia-per-una-ricerca-futura-su-amelia-rosselli.html> [consultato il 22 novembre 2023].

52 Giuseppe Garrera e Sebastiano Triulzi, Amelia Rosselli: i lustrascarpe (Fano: Aras Edizioni, 2022).

53 Rosselli, ‘Storia di una malattia’, p. 317.

54 Sull’influenza dei traumi sulle poesie di Rosselli si vedano Alberto Casadei, ‘La cognizione di Amelia Rosselli: per un’analisi delle Variazioni belliche’, Strumenti critici, 24.3 (2009), pp. 353–88 (p. 360), da cui si cita; e Emanuela Tandello, Amelia Rosselli: la fanciulla e l’infinito (Roma: Donzelli, 2007). Sulla morte del padre si veda ‘“Dossier Amelia Rosselli”, a cura di Siriana Sgavicchia’, Il Caffè illustrato, 3.13–14 (2003), pp. 40–71 (p. 48).

55 Rosselli, ‘Storia di una malattia’, p. 317.

56 Rosselli, ‘Storia di una malattia’, p. 317.

57 Rosselli, ‘Storia di una malattia’, pp. 323–25.

58 Rosselli, Le poesie, pp. 345–431.

59 Amelia Rosselli, Hospital Series, ed. and trans. by Deborah Woodward, Roberta Antognini, and Giuseppe Leporace (New York: New Directions Publishing, 2015).

60 Rosselli, Le poesie, p. 347.

61 Rosselli, ‘Storia di una malattia’, pp. 317–18, si veda anche p. 322.

62 Ibid., p. 320.

63 Giuliano Pancaldi, Volta: Science and Culture in the Age of Enlightenment (Princeton, NJ: Princeton University Press, 2003), pp. 178–210.

64 Rosselli, ‘Storia di una malattia’, p. 322.

65 Ibid., p. 320.

66 Ibid., pp. 322–23.

67 Rosselli, ‘Storia di una malattia’, p. 324.

68 Ibid., p. 319.

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