Abstract
“Ecco, zio honorando, le speranze del mondo, i favori della fortuna et l'appoggio del confidare ne principi et i premii delle mie tante fatiche finite in uno spirar di fiato! Ecco il duca Alessandro, mio signore in terra, morto come una fiera dalla crudeltà et invidia di Lorenzo di Pier Francesco, suo cugino! Piango insieme con tutti e sua servitori l'infelicità sua, che tante spade,” tante armi, tanti soldate pagati, tante guardie, tante cittadelle fatte non habbino possuto contro una spada sola et contro due scelerati segreti traditori!“1