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Ingegno e Memoria in Giambattista Vico

Pages 101-111 | Published online: 09 Jan 2017
 

Abstarct

Il saggio si prefigge di analizzare i concetti vichiani di Memoria e Ingegno. Il confronto diretto con il pensiero di Bacone e di altre fonti vichiane permette di sottolineare la novità e l’originalità dell’idea di Memoria avanzata da G. Vico.

Notes

1 Sulla tradizione del concetto vichiano di ingegno mi permetto di rimandare a Sanna, Citation2001.

2 Cfr. Runia (Citation2014: 156): “The notion of invention offers a perspective from which we can comprehend how, every now and then, people break apart from the stories they live by and start to commit deeds they hadn’t even dreamt of. In such a topical view of history, to ‘commit’ history is to ‘invent the new’ out of old metonymical places.”

3 Cfr. anche Luglio, Citation2003.

4 “Semper enim antequam in morbum corruat, aliquo futuram ruinam signo portendit.”

5 “Galenicos non recte morborum caussas sillogismo coniicere Verulamius notabat; ita ego Recentiores non recte id ipsum Sorite praestare dimeri. Nam ut qui sillogismo contendit, nihil novi affert, quia in proposizione, vel assumptione complexio continuetur; ita qui Sorite confirmat, nihil aliud facit, quam explicat verum secundum, quod in primo latebra involutum. Atqui morbi semper novi sunt, et alii; ut semper alii sunt aegrotantes.”

6 Cfr. Sanna, Citation2005: XXVII; Vico, Citation2005: 36; Mazzola, Citation2009.

7 Cfr. Gensini and Martone, Citation2002; Trabant, Citation1993; Pareyson, 1947-1949; Sanna, Citation2001.

8 La produzione teorica di Vanna Gessa, e insieme la sinergia con l’attività promulgativa svolta da lei insieme a Giuseppe Cacciatore, sono e rimangono un punto di riferimento forte e stabile nell’ambito della discussione di questi temi.

9 “La fusione dette origine a tre importanti sviluppi di interpretazione della memoria, che possiamo definire l’interiorizzazione, la localizzazione, e la moralizzazione. La prima implicava la distinzione tra i sensi esterni ed interiori. I sensi esterni — vista, udito, tatto, ecc. — derivano dagli organi attraverso i quali vengono percepiti gli stimoli del mondo esterno. I sensi interiori — un termine usato per la prima volta, fatto significativo, da sant’Agostino — sono le funzioni dell’anima che elabora queste percezioni compiendo le tre funzioni fondamentali del ricevere, assimilare e immagazzinare le informazioni trasmesse dai sensi esterni” (Lavin Citation1992: 300.)

10 “IX. Che tali storie si dovettero naturalmente conservar’a memoria da’ Comuni de’ popoli per la prima pruova filosofica testè mentovata; che come fanciulli delle nazioni dovettero molto nella memoria valere; e ciò non senza divino provvedimento, che, poichè infin’a’ tempi di esso Omero, e alquanto dopo di lui non si era ritruovata ancora la Scrittura volgare, come più volte sopra si è udito da Giuseffo contro Appione, in tal’umana bisogna i popoli, i quali erano quasi tutti corpo, e quasi niuna riflessione, fussero tutti vivido senso in sentir’i particolari, forte fantasia in apprendergli, ed ingrandirgli, acuto ingegno nel rapportargli a’ loro generi fantastici, e robusta memoria nel ritenergli: le quali facultà appartengono, egli è vero, alla mente, ma mettono le loro radici nel corpo, e prendon vigore dal corpo: onde la memoria, ch’è la stessa, che la fantasia, la qual perciò memoria è detta da’ Latini, come appo Terenzio si truova memorabile, in significato di cosa da potersi immaginare; e volgarmente comminisci, per fingere, propio della fantasia, ond’è commentum, ch’è finto ritruovato; e memoria altresì per l’ingegno appo lo stesso Terenzio in quel luogo, ove Parmenone, c’ha di bisogno di Miside per far’una gran trappola, le dice

Nunc, Mysis, mihi opus est tua exprompta memoria

e prende tali tre differenze, ch’è memoria, mentre rimembra le cose; fantasia, mentre le altera, o contraffà; ingegno, mentre le contorna, e pone in acconcezza, ed assettamento: per le quali cagioni tutte la Memoria è stata da’ Poeti Teologi detta la madre delle muse” (Vico, Citation2004:303-304). Passo questo che non si ritrova nell’edizione del 1744 e che ricalca il testo del De antiquissima.

11 Cfr. Vico, Citation2006, nonché, naturalmente, Vico, Citation2013.

12 Cfr. Cristofolini, Citation2001, 45.

13 Vico, Citation2013, Degnità L:75.

14 Vico Citation2010. III: 38: “Memoria […] cum phantasia, nisi eadem, certe pene eadem est;" Vico, Citation2005. VII, II:116: “Memoria latinis, quae in sua penu per sensus percepta condit, quae Reminiscentia, dum promit, appellatur. Sed et facultatem, qua immagine confirmamus, et phantasia Graecis, et nobis imaginativa dicta est, significabat: nam quod nos vulgo imaginari, Latini memorare dicunt.”

15 Battistini ricorda, con usuale precisione, che “l’identità, che dimostra quanto la fantasia vichiana sia distante dalla fantasia creatrice di ascendenza romantica e idealistica, si trova pure in Hobbes (De homine, pars I, II, in Opera philosophica quae latine scripsit omnia, a cura di W.Molesworth, London, J.Bohn, 1841) e in Locke, Essay on Human Understanding, II, 10)” (Vico, Citation1990:1531, n.5).

16 Il passo lo si può leggere esclusivamente nell’Idea dell’Opera contenuta nell’edizione del 1730, e non più nel 1744.

17 Quando, parlando della lingua francese e di quella greca, “aggiugniamo l’osservazione, che tuttavia si può fare ne’ giovani; i quali, nell’età, nella qual’ è robusta la memoria, vivida la fantasia e focoso l’ingegno, ch’eserciterebbero con frutto con lo studio delle lingue, e della geometria lineare, senza domare con tali esercizj cotal acerbezza di menti, contratta dal corpo, che si potrebbe dire la barbarie degl’intelletti; passando ancor crudi agli studj troppo assottigliati di Critica Metafisica, e d’Algebra; divengono per tutta la vita affilatissimi nella loro maniera di pensare, e si rendono inabili ad ogni grande lavoro” (Vico, Citation2013: 65). Cose che peraltro Vico aveva detto tempo prima nella Vita, nelle Orazioni e nel De ratione.

18 “La memoria, anche degli intelligibili, non è senza immagine: di qui consegue che essa appartiene alla facoltà intellettiva solo per accidente: per sé essa appartiene alla facoltà sensitiva primaria. E perciò si trova anche in taluni altri animali, non solo negli uomini e in quanti hanno opinione e intelligenza” (Aristotele, Citation1998, 1, 450a, 14: 240). Così Aristotele riesce a non negare memoria ai bruti e agli animali, privi invece di intelletto.

19 “È chiaro dunque a quale parte dell’anima appartiene la memoria e cioè a quella a cui appartiene anche l’immaginazione: sono oggetti di memoria per sé quelli che cadono sotto l’immaginazione, per accidente, poi, quelli che non sono separati dall’immaginazione” (Aristotele, Citation1998, 1, 450a, 24: 240).

20 Vico, Citation2013: 229.

21 “Ingenium sit ad excogitandum acutum, ut quam celerrime, et in rei, qua de agitur, medullas penetret, et omnia quae ad rem spectant circumspiciat, colligat, sua eque causae feliciter applicet eique feliciter uniat. Idem sit ad explicandum facile, ut in sententiis res, in verbis sententiae pellucidius vitro perspiciantur; sit et veratile, quodque ad iocos, ad seria, ad lenia, ad aspera, ad facilitatem, ad vim, ad grandia, moderata, tenuia Proteo citius concertatur.”

22 “Haec, ut vidimus, est animi ratiocinatio velocitas, qui lusorii turbinis instar, quum videtur stare, tum maxime movetur.”

23 “Dixeri Magellanicam terram, iam peragrastis; protulerim Novam Zemblam, iam accessistis; commemorarmi Oceanum, iam tranastis; coelum nominarim, iam, ut cum poeta loquar, ‘moenia mundi’ excessistis”.

24 Sul senso comune importanti riflessioni provengono anche da Tessitore Citation1999 e Cacciatore, Citation2000.

25 Gessa Kurotschka si sofferma sul senso comune come una facoltà che, “pur essendo singolarissima, non isola. Egli la definisce infatti ‘comune’, non solo ad un gruppo di individui che condividono un’esperienza in uno spazio definito, ma a ‘tutto il genere umano’” (Citation2005: 190).

26 Vico, Citation2013, Degnità XLVII:70.

27 “Alia sunt insita ut ingenium, phantasia, memoria. Alia sunt acquisita atque ea sunt virtutes, sive dianoeticae, seu, ut vulgus dicitur, intellectivae, aliae ethicae, sive morales; illae sunt intellectus humani, hae voluntatis perfectiones.”

28 “nullo sine concluditur, nulla forma discernitur; quia est infinitum omnium formarum principium.”

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