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Pergamene due-trecentesche della Certosa di Calci rogate in LevanteFootnote

  • Luigina Carratori, Inventario dell’Archivio della Certosa di Calci (Ospedaletto, 1990), dove, a pp. XI–XXII, si trovano anche cenni sulle vicende storiche del patrimonio documentario.
  • Carte dell’Archivio della Certosa di Calci, 1 (999–1099); 2 (1100–1150), a cura di Silio P. P. Scalfati (Roma, rispettivamente 1977 e 1971); Carte dell’Archivio della Certosa di Calci (1151–1200), a cura di Maria Luisa Orlandi (Pisa, 2002).
  • Carratori, Inventario, 171–72.
  • Su tutti questi strumenti di corredo, cfr. ibid., 4–5 and 172–73.
  • Confrontane l’elenco analitico in Bruno Figliuolo, “Carte pisane due-trecentesche inedite relative al Levante,” Nuova Rivista Storica 100/2 (2016): 677–93, in particolare a 677–78, cui è da aggiungerne una del 1277, indisponibile per la consultazione al momento dell’edizione di quel contributo e pubblicata più tardi, sempre a cura di chi scrive: “Nuovi documenti relativi al Levante nel Medioevo,” in Incorrupta Monumenta Ecclesiam defendunt. Studi offerti a mons. Sergio Pagano, prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano, a cura di Andreas Gottsmann, Pierantonio Piatti, Andreas E. Rehberg, 4 vols. in 5, Archivio Segreto Vaticano (Città del Vaticano, 2018), I/1, 607–16, n. I, p. 613. Cfr. pure Bruno Figliuolo, “Lo spazio economico e commerciale pisano nel Trecento: dalla battaglia della Meloria alla conquista fiorentina (1284–1406),” nel suo Alle origini del mercato nazionale. Strutture economiche e spazi commerciali nell’Italia medievale (Udine, 2020), 135–225, a 151–54. Il lavoro di de Mas Latrie è citato più avanti (nota 7), come pure quelli di Müller (nota 9) e della Otten-Froux (note 10 e 19).
  • Francesca Pucci Donati, “Due inedite pergamene pisane duecentesche rogate a Soldaia,” Nuova Rivista Storica 105/2 (2021): 603–12.
  • Per un esame analitico delle carte cipriote edite da Louis de Mas-Latrie, Histoire de l’île de Chipre sous le règne des princes de la maison de Lusignan, 3 vols. (Paris, 1852), e riprese dal Müller (cit. nella nota 9), che nel suo lavoro ne aggiunse delle altre, unitamente ad alcuni documenti rogati ad Acri, cfr. Figliuolo, “Carte pisane,” 678.
  • Per Laiazzo, cfr. Laura Balletto, Notai genovesi in Oltremare. Atti rogati a Laiazzo da Federico di Piazzalunga (1274) e Pietro di Bargone (1277, 1279) (Genova 1989), ad indicem. Le presenze pisane nella documentazione notarile genovese rogata a Cipro sono segnalate in maniera analitica in Figliuolo, “Lo spazio economico e commerciale pisano,” 155, nota 33.
  • Cfr. infra, n. 1A. Il Leonardo notaio è forse lo stesso che roga, sempre a Messina, l’atto del 6 marzo 1271 edito in Giuseppe Müller, Documenti sulle relazioni delle città toscane coll’Oriente cristiano e coi Turchi fino all’anno MDXXXI (Firenze, 1879), n. LXXI/A, p. 101.
  • Tutta la vicenda è narrata per sommi capi nel documento edito infra, n. 1. Tra i testi del rogito è il notaio Ubaldo fu Corso di Peccioli, che stipulerà ad Acri l’atto del 12 ottobre 1272 pubblicato in Müller, Documenti sulle relazioni, n. LXXI/B, p. 102, quello del 2 gennaio 1273 edito più avanti, sotto il n. 3, e un altro del 2 settembre 1285, rogato a Damietta: cfr. Catherine Otten-Froux, “Les Pisans en Egypte et à Acre dans la seconde moitié du XIIIe siècle,” Bollettino Storico Pisano 52 (1983): 163–90.
  • Tali relazioni sono state recentemente prese in esame da chi scrive sia sul versante pisano che su quello messinese: cfr. Bruno Figliuolo, “La proiezione mediterranea del traffico commerciale messinese nel XIII e XIV secolo,” e “Lo spazio economico e commerciale pisano,” entrambi in idem, Alle origini del mercato nazionale, rispettivamente 75–89 (con un paio di imprecisioni dovute all’erronea datazione delle carte negli strumenti di corredo dell’ACC) e 135–225, in particolare a 151–58.
  • Basta scorrere l’indice dei nomi del volume di Laura Balletto, Notai genovesi in Oltremare, per imbattersi in numerosissimi operatori pisani attivi nella città nel corso degli anni Settanta del XIII secolo.
  • Cfr. infra, n. 2, del 17 agosto 1264. Sulla presenza dell’ordine nella città, dipendente dalla comanderia di Armenia, cfr. Jonathan Riley-Smith, The Knights Hospitallers in the Levant, c. 1070– 1309 (Londra, 2012), sub voce “Armenia.”
  • Müller, Documenti sulle relazioni, n. LXXI/A, p. 101, notizia di atto del 11 aprile 1269 inserta in un rogito del 6 marzo 1271.
  • I costituti della legge e dell’uso di Pisa. Sec. XII, a cura di Paola Vignoli (Roma, 2003), capitoli XXII–XXVII del Constitutum legis, pp. 59–71, sulla legislazione matrimoniale pisana dell’epoca. Più in particolare, cfr. il c. XXVI, pp. 67–68 (De donationibus propter nuptias, dette altresì De antefactis).
  • Pucci Donati, “Due inedite pergamene.” Esse sono relative al testamento di Gherardo e alla nomina, otto giorni più tardi, il 12 settembre, da parte di Baialardo, che era presente al capezzale del fratello, di propri fidecommissari.
  • Cfr. infra, n. 4. Roga l’atto il notaio Bonaccorso fu Periccioli, che troviamo a lungo attivo ad Acri: cfr. Otten-Froux, Les Pisans en Egypte, n. IV, p. 176, con ulteriori indicazioni sugli altri atti da lui rogati. Nel contributo della studiosa francese, sotto il n. VII, p. 180, è edita l’unica carta custodita in ACC pubblicata integralmente, con qualche lieve imperfezione, la mancanza di segni di divisione tra le righe della pergamena e del contenuto del verso, dove si trova un regesto seicentesco, con indicazione del luogo e dell’anno della datazione, e tracce quasi evanide di una notazione coeva (“Ista est […] de Guido Bizarra”).
  • Cfr. infra, n. 5. Nel documento sono menzionati anche, tra i suoi soci d’affari, Giacomo Salmuli e Lando Grasso fu Guidone. Sui Salmuli e sui Grasso o Grassi, entrambe famiglie popolari e di mercanti, cfr. Emilio Cristiani, Nobiltà e popolo nel Comune di Pisa. Dalle origini del podestariato alla signoria di Donoratico (Napoli, 1962), rispettivamente 471–72 e 459–60. Su Benvenuto Grasso, cfr. pure la nota successiva.
  • Catherine Otten-Froux, “Documents inédits sur les Pisans en Romanie aux XIIIe–XIVe siècles,” in Michel Balard, Angeliki E. Laiou, Catherine Otten-Froux, Les Italiens à Byzance. Édition et présentation de documents (Paris, 1987), 153–91, n. 5, p. 171, del 2 ottobre 1293. In quest’atto e nel precedente (n. 4, p. 170), compare anche Benvenuto Grasso, il quale è protagonista anche di un rogito del 3 settembre 1293, Limassol, edito in Müller, Documenti sulle relazioni, n. LXXIV/A, p. 109, stipulato dal notaio Giovanni del fu Paolo Tolomei di Pisa, lo stesso che verga l’atto da me qui edito sotto il n. 5.
  • Cfr. infra, n. 6.
  • Cfr. infra, n. 7.
  • Merci e mercanti pisani a Firenze e fiorentini a Pisa nei registri doganali trecenteschi, a cura di Bruno Figliuolo e Antonella Giuliani (Roma, 2020), in specie a 132 e 172–73.
  • Cristiani, Nobiltà e popolo nel Comune di Pisa, 475–76.

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